Résumé: Ugaki è un rōnin: il suo padrone (daimyō) è stato ucciso, ma egli non si è suicidato a sua volta (seppuku), come prescrive il codice d'onore dei samurai (bushidō), perché prima di morire il daimyō gli ha chiesto di continuare a vivere per vendicarlo.
Dopo aver combattuto contro un vampiro [sic!], Ugaki incontra i samurai del daimyō Kanenaga: questi è stato ferito a seguito dello scontro con alcuni briganti, che gli hanno sottratto un forziere pieno di preziosi, e soprattutto l'amato figlio. Con uno stratagemma, Ugaki penetra nel covo dei banditi e rapisce una donna, potendo così organizzare il giorno successivo uno scambio di ostaggi. Grato per il soccorso prestatogli, Kanenaga chiede a Ugaki di mettersi al suo servizio, garantendogli in cambio aiuto per i suoi propositi di vendetta.
I mesi però passano, e Kanenaga non sembra ricordarsi della parola data. Un giorno d'inverno, Ugaki viene contattato da alcuni samurai convertiti al cristianesimo. Il loro capo, Ōishi, chiede a Ugaki di unirsi a loro: stanno recandosi nei pressi della città di Shimabara, per rinfoltire i ranghi del rōnin cristiano Masuda Shirō, il quale sta organizzando una rivolta contro lo shōgun Tokugawa. I rivoltosi sono perlopiù contadini, e c'è bisogno di uomini d'arme che sappiano addestrarli. Anche loro promettono a Ugaki aiuto per la sua vendetta, che decide di accettare, benché personalmente resti fedele allo shintoismo.
Il gruppetto sbarca a Amakusa, un'isola vicino a Shimabara scelta da Shirō come suo quartier generale. Dopo alcune scaramucce con i soldati regolari, i samurai riescono a incontrarsi con il rōnin, e incominciano a organizzare le operazioni, visto che le truppe dello shōgun si avvicinano. Le prime battaglie campali sono un successo; tuttavia, ogni volta i sopravvissuti riescono ad asserragliarsi nelle numerose fortezze sparse per la regione e i ribelli, non disponendo di artiglieria, non riescono a penetrarvi e a regolare davvero i conti. Ugaki, che pure continua a combattere, sente che le numerose perdite subite dai ribelli sono sempre più inutili, e inizia a dubitare delle capacità dei capi.
Per sbollentare la tensione, Shirō manda Ugaki in missione più a sud, per cercare di reclutare nuovi alleati. Tuttavia, l'imbarcazione che lo trasporta fa naufragio: morti gli altri membri della spedizione, solo Ugaki viene salvato da un contadino, che lo nota su una spiaggia. Dopo essere rimasto comatoso per molto tempo, quando si risveglia decide di tornare ad Amakusa. Il viaggio è irto di pericoli, e quando finalmente raggiunge la meta Ugaki viene a scoprire che la rivolta è stata domata nell'aprile del 1638, e che i capi sono tutti morti.
Ugaki torna a vagare senza meta, nella speranza di poter un giorno vendicare il suo daimyō.