Résumé: L'incrociatore tedesco SMS Königsberg sta facendo dannare il comando britannico di Zanzibar, soprattutto dopo lo spettacolare affondamento dell'incrociatore HMS Pegasus; la nave sarebbe nascosta nell'intricato delta del fiume Rufiji, ma in tutto il Tanganyka non c'è un solo aereo che possa setacciare la zona. Almeno fino a quando non arriva in città un ingegnere americano, Ian Fermanagh, proprietario di un idrovolante: benché il suo paese non sia in guerra (gli Stati Uniti entreranno nel conflitto nel 1917), Fermanagh acconsente a mettersi a disposizione degli inglesi, per un certo spirito avventuriero che lo contraddistingue. Le operazioni di montaggio dell'idrovolante, che era stato disassemblato per il trasporto via nave, procedono in segreto, per timore di eventuali spie. Timore fondato: il missionario locale, padre Philips, è un tedesco sotto copertura, e cerca di sabotare, invano, l'aereo; scoperto, scappa e si ricongiunge al suo esercito.
Qualche giorno dopo, Fermanagh lascia Zanzibar in nave con una squadra inglese per raggiungere una base più vicina al delta del Rufiji, sull'isola di Mafia, e inizia la perlustrazione aerea – resa difficile dalla stagione dei monsoni. L'americano scopre subito la posizione del Königsberg, ma viene a sua volta avvistato dalla nave e, dopo un piccolo incidente che lo costringe ad atterrare anzitempo, è catturato da Theo Höppner, alias padre Philips, prima di potersi rimettere in contatto con gli inglesi. Trasportato sul Königsberg, Fermanagh scopre che anche loro possiedono un idrovolante. Gli ufficiali tedeschi sono dei gentiluomini e si limitano a trattenere l'ingegnere, riservandogli un'accoglienza molto rispettosa. Fermanagh è roso dai rimorsi (svelare la posizione della nave significherebbe condannarli a morte – un'azione tanto più insensata, visto che l'America non è in guerra con loro), ma quella notte decide finalmente di scappare con l'idrovolante nemico, seguito di nascosto da Höppner: quando l'aereo decolla, il tedesco lo aggredisce e il velivolo precipita poco oltre. Feriti entrambi, Fermanagh non se la sente di abbandonare Höppner, per il quale prova ormai simpatia, ai pericoli della giungla e – minacciandolo senza troppa convinzione con una pistola – lo costringe a seguirlo, nel tentativo di raggiungere la costa.
Fra i due nasce un'amicizia, che si interrompe bruscamente quando alcuni guerrieri africani li catturano e li ritengono responsabili per il "diavolo con le ali", l'idrovolante di cui hanno scoperto la carcassa: Höppner intima a Fermanagh di scappare, mentre lui li distrae e viene massacrato. La marcia verso la costa prosegue, e lungo la strada Fermanagh riesce a uccidere anche alcuni askari che stavano minando i canali del delta. Recuperata una piroga, l'ingegnere è scoperto a pochi chilometri dall'oceano ed è colpito da una raffica. Si risveglia poco dopo essere stato trovato da un cacciatore inglese, che contatta i soldati di Mafia: la sua ferita non è fatale e viene subito ospedalizzato. Fermanagh dice agli inglesi di non essere riuscito a localizzare il Königsberg.
Pochi mesi dopo, il cerchio si stringe attorno all'incrociatore – che sarà affondato solo nel luglio del 1915. Il 1º marzo, un aereo inglese sorvola il delta del Rufiji e lancia un messaggio, che viene recuperato dalla nave. È di Fermanagh, che lo ha scritto qualche tempo prima e affidato a un pilota britannico: in esso, scrive che Höppner, senza mai venir meno ai suoi doveri di soldato tedesco, gli ha nondimeno salvato la vita, e chiede perdono agli ufficiali del Königsberg per aver tradito la loro fiducia, ringraziandoli per la breve ma rispettosa permanenza a bordo. "Questa sarà l'ultima guerra fra gentiluomini", commenta il capitano.