Résumé: L'avanguardia dell'Armata Bianca sta liberando la strada al generale Judenič, il quale vuole raggiungere ed espugnare Mosca. Nella zona di Pskov non sono molti, in realtà, i rivoluzionari che combattono; e tuttavia il capitano del distaccamento, Laškevič, per non fare "brutta figura" quando Judenič arriverà, fa fucilare sommariamente i contadini indifesi che abitano il posto, facendoli passare per dei Rossi. Il suo braccio destro, il tenente Aleksei Orlov, è sempre più perplesso di fronte alla violenza del suo superiore; ciò nonostante, obbedisce puntualmente agli ordini impartiti.
A dir la verità alcuni sbandati dell'Armata Rossa sono effettivamente attivi nella zona. Li guida l'esperto Lev, il quale mostra a Laškevič di che pasta sono fatti lui e i suoi uomini facendo saltare in aria alcune mitragliatrici dei Bianchi nascoste nei dintorni. La reazione del capitano è ovviamente spietata, ma dal momento che gli assalitori si sono nascosti, la rappresaglia guidata dall'insofferente Orlov ancora una volta colpisce i più deboli.
Gli uomini di Lev hanno trovato rifugio nel casolare di due giovani donne simpatizzanti dei Rossi. Uno di loro, Osip, è però in segreto un doppiogiochista, agente dell'Ochrana; e quando avvista i soldati di Laškevič, li contatta e mostra loro la posizione del rifugio. Lev scopre il tradimento di Osip e lo fredda, ma è troppo tardi: in un ultimo, disperato tentativo, lui e i suoi uomini caricano contro i Bianchi, che hanno cinto il casolare d'assedio; ne massacrano molti, ma vengono tutti abbattuti. Dopo la battaglia Laškevič, perquisendo il casolare, scopre le due donne che avevano prestato ai Rossi ospitalità e le fa portare all'aperto, ordinando a Orlov – del quale da tempo dubita la lealtà – di ucciderle sul posto. Per tutta risposta Orlov, impassibile, spara al suo capitano.
L'album si conclude con la sommaria esecuzione di Orlov, privato del rango e fucilato alla schiena da dieci soldati.