Résumé: Agnese è strana. Ama girare ossessivamente sempre negli stessi posti, per le stesse strade. Come una cartografa maniacale, studia centimetro per centimetro la sua cittadina nella provincia veneta e la racconta in una serie di appunti a metà strada tra l’aforisma e la poesia. Si ferma a studiare i dettagli meno importanti del paesaggio urbano e, ogni tanto, raccoglie qualcosa da portarsi a casa. In paese lo sanno tutti che è fatta così e lei, un po’ per bisogno di soldi, un po’ perché vuole dare un senso a questo suo girovagare, diventa operatrice ecologica. Adesso nessuno potrà mormorare qualcosa alle sue spalle quando la vedono raccattare rifiuti che poi diventeranno i suoi tesori, custoditi gelosamente in casa. Ma quando i condomini cominciano a lamentarsi per gli strani odori che vengono dall’appartamento di Agnese, la storia cambia. Lei che ha sempre lasciato entrare nel suo piccolo mondo protetto solo oggetti (a suo parere) preziosissimi, si trova ora assediata da persone che non la comprendono e vorrebbero saccheggiare il suo museo domestico, la sua inestimabile collezione. Anche le cose hanno bisogno mette in scena un personaggio affascinante e complesso, che pone ai lettori una domanda difficile: fino a che punto siamo in grado di capire gli altri?
A
gnès serait-elle atteinte de syllogomanie. Un rien décalée, elle semble s’épanouir à collecter les ordures des autres…
À la fois roman graphique minimaliste, journal intime illustré ou (auto)biographie dessinée, Anche le cose hanno bisogno est un album composite qui déborde largement du cadre défini par un synopsis à l’apparente simplicité.
Récipiendaire à l’automne dernier du prix Boscarato du meilleur artiste complet italien avec ce titre, Eliana Albertini est de ces autrices qu’il conviendrait de découvrir de ce côté-ci des Alpes.
Anche le cose hanno bisogno est un album au style et à la finalité indéterminée, à la dynamique étrange où la douce folie rudologique d’Agnès sert d’excuse à une réflexion sur les objets conservés pieusement ou jetés négligemment et les transferts psychologiques qu’ils suscitent. Structuré au gré d’un propos décomposé en épisodes où différentes techniques et méthodes narratives s’entremêlent, cette BD prendrait des allures de patchwork si un fil conducteur ne lui donnait toute sa cohérence. La chose est tenue et fragile mais, indiciblement, elle installe une introspection qui va bien au-delà de cette petite histoire moins légère qu’elle n’y parait.
Dis-moi ce que tu jettes dans ta poubelle, je te dirai qui tu es !